Eccoci ancora qui a parlare di spring training seppur per una partita in cui non era prevista la copertura tv. La MLB ci ha però generosamente fornito ben 4 o 5 video di alcune giocate interessanti, quindi lo prendiamo come un via libera per scrivere quattro parole in libertà.
Degli oltre 500 pezzi scritti sul presente blog, che riguardano lo spring training ce ne sono pochissimi, e che negli ultimi giorni se ne siano scritti già tre con questo è forse il segno di un ritorno del blog agli antichi fasti? Non lo so, navigo a vista. Il blog mi dà la possibilità di scrivere qualcosa in più rispetto a FB e di essere un pelino più confidenziale, perché su FB magari nel post ti ci imbatti, mentre qui dentro ci vieni volontariamente. È un click di più da fare, certo, e questo mi dispiace (ovviamente il mio guadagno economico resta zero, ça va sans dire), ma so di parlare ad un pubblico di fedeli tifosi Giants.
Non prometto certo continuità, garantisco che la pagina FB resterà aggiornata (anche perché non ci scrivo solo io), ma vedo se riesco a convogliare qui gli articoli che scrivo senza pormi il problema di quanto siano lunghi. Invito altresì ad interagire nei commenti anche qui, mentre per ciò che concerne i pezzi sarà più probabile vederli in settimana piuttosto che nei weekend. Fine del lungo preambolo. Questo è sfgiantsitalia, cominciamo (quasi citazione che probabilmente coglieranno in pochi).
Dunque, spring training, partita numero 11 di 17, vittoria con 11 punti contro 6 dei nostri avversari, i San Diego Padres.
Prima di dire quello che si è visto (o meglio, quello che si è letto) di questa partita, va aperto l’ambulatorio infermieristico per raccontare dei degenti del momento. Se alla vigilia dello spring training potevamo vantare solo un uomo (La Stella) in fase di riabilitazione, ora che si è iniziato a giocare la pacchia pare finita, visto che gli infortuni stanno già iniziando a fioccare. Notizia di ieri quello di Longoria, che ha dovuto curarsi chirurgicamente l’indice della mano destra e ne avrà per un po’. Tempo indefinito, qualche settimana. Prima si era parlato anche di Belt, con il solito ginocchio un po’ infiammato. Non ha ancora giocato partite e probabilmente non ne giocherà nessuna in questo spring training.
Poi è toccato a Wade, che ha giocato due giorni fa la partita contro Milwaukee uscendo dopo un inning per un fastidio al ginocchio. “Precauzionalmente”, si è detto. Quando dicono così c’è sempre da tremare, infatti ieri è arrivata la notizia che anche per lui servirà più di qualche giorno, andrà nella 10-day IL e nemmeno lui lo vedremo all’opening day che quest’anno eccezionalmente per noi coincide con l’home opener, quello di venerdì 8 aprile.
Ieri Yaz, anche lui fuori subito per un problema muscolare. “Sembra di poco conto”, “uscita precauzionale”, hanno detto poi. Oggi stiamo a vedere per quanti mesi l’abbiamo perso. Battute a parte, speriamo sia davvero di poco conto.
Orbene, fatti fuori due giocatori (speriamo non 3), ieri abbiamo ritrovato La Stella, seppur solo da DH. Resta però da capire come rimpiazzare almeno inizialmente due di quelli che comunque erano considerati titolari. In terza base c’è una discreta gamma di potenziali sostituti, da Flores a Estrada, da Dubon a Vosler, da Blandino all’ultimo arrivato Luke Williams. L’unico che farei sicuramente giocare tra questi, a prescindere da Longoria, è Estrada, che però è già un potenziale titolare in 2B. In seconda andrebbe dunque Flores, oppure La Stella una volta recuperato pienamente. La mia impressione è che verrà utilizzato sovente anche Blandino, almeno all’inizio (ovvero prima di rendersi conto che batte poco), mentre Williams mi pare una scommessa dalle garanzie tutte da dimostrare. Vosler invece non lo metterei neanche sotto minacce fisiche.
Ipotizzo dunque un lineup da allerta rossa per l’opening day, ovvero con tutti gli infortunati fuori (ovviamente non è l’ordine di battuta corretto): Ruf 1B, Flores 2B (o 3B), Crawford SS, Estrada 3B (o 2B), Williams LF, Duggar CF, Pederson RF, La Stella DH, Bart C, Webb P.
Contiamo però: 1- di non avere altri infortunati nel contempo, 2- di recuperare Yaz, affinché giochi lui al posto di Williams.
Parliamo ora dell’11-6 rifilato ai Padres. Kapler ha come detto fatto giocare La Stella da DH, essendo il buon Tommy non ancora pronto per combinare disastri nell’infield. Per il resto andava in scena una formazione simil-tipo, con l’unico a “stonare” rappresentato da Luis Gonzalez. Il messicano 26enne ha disputato 9 partite negli ultimi 2 anni in MLB, con la maglia dei White Sox; per il resto se l’è cavata non benissimo nelle minors. Per quale ragione potrebbe sperare di essere nel roster iniziale o addirittura nel lineup di partenza? Beh, innanzitutto perché batte. Ieri è andato 3 su 3 con un doppio e due singoli, batting average spring training .417. Poi perché si fa male uno o più di uno in esterno. Mi pare di capire che Kapler stia investendo in lui e quindi quel posto che ho assegnato a Williams qualche riga più su potrebbe essere preso proprio da Gonzalez.
Sul monte ieri è andato Rodon, che ha convinto anche in questa seconda uscita. 4 inning, un solo singolo concesso, zero punti, zero walk, 4K. Poi è toccato a Brebbia, poi ad una serie di rilievi di secondo piano che hanno concesso tutti i punti. Nel finale siamo infatti passati da 11-0 all’11-6 finale.
Che dire dell’attacco? Stavolta bene, non come in altre occasioni dei match precedenti. Si è visto il primo fuoricampo di Pederson, il secondo di un Bart che sta decisamente convincendo, per finire con il primo (e chissà, forse unico) di un certo Michael Gigliotti (che loro pronunciano Ghighliodi), che probabilmente non andrà oltre la minor league per il resto della sua carriera. E vabbè, non tutti arrivano ai vertici.
Da registrare anche altro. La Stella subito ficcante al piatto, un doppio spazzola-basi che ha fatto entrare tre punti. Due doppi di Ruf, un doppio di Dubon, finalmente una valida anche per il prospetto Luis Matos. Ancora a secco Crawford, 0 su 10 in questo spring training, condito da un errore in fielding. Che si tenga pure le hit per quando conterà.
Ultime parole che vanno dedicate ai prospetti. Sta per partire anche la stagione di Minor League (tra una settimana, appena prima della MLB) e sono molti i ragazzi da vedere, proprio perché molto promettenti. A partire da Marco Luciano, da seguire ci sono Luis Matos e Armani Smith. Ma i due quasi pronti sono Heliot Ramos e Sean Hjelle. Se del secondo (è il pitcher alto 2 metri e 11 cm) Kapler ha già detto nei giorni scorsi che quest’anno è possibile che lo vedremo partente durante la stagione in maglia Giants, del primo resta relativamente poco da scoprire. È stata la prima scelta nel lontano 2017, adesso ha ancora 23 anni e sta mantenendo le promesse. È potente, esplosivo e veloce sulle basi. In esterno potrebbe essere anche lui, se si volesse osare un po’, il primo cambio di Yaz qualora fosse indisponibile. Ancora prima di Williams o Gonzalez.
Ad ogni modo, salvo sconquassi in questo 2022 presto o tardi lo vedremo in MLB con la nostra casacca. Non vedo l’ora.
Oggi alle 22.05 sfidiamo i Kansas City Royals; parte DeSclafani per noi. Ancora niente tv e così sarà fino a venerdì compreso.