Non vorrei essere troppo severo commentando il match giocato nella serata italica di ieri e soprattutto non vorrei essere troppo prolisso. Questo perché vale sempre il principio che è meglio non esagerare nei termini critici quando magari la prossima partita la vinciamo 9-0 (già, magari) e tutto quanto scritto prima si azzera, poi non vorrei essere prolisso semplicemente perché la partita in questione non richiede molte parole. Abbiamo giocato proprio male, siamo un po’ bolliti, complessivamente mediocri, direi quasi inutili, sia svogliati che poco propensi a battagliare. Non sono i Giants che conosciamo e, d’accordo, fasi come queste capitano quasi tutte le stagioni, ma appunto non vale la pena spendere troppe parole anche da parte di chi commenta le partite ogni giorno, o quasi ogni giorno.
Abbiamo giocato male e come già ripetuto nei post precedenti quando il pitching concede un numero di punti tutto sommato accettabile allora è l’attacco che non fa il suo. A volte, ma sempre più raramente, l’attacco fa il suo ma in quei casi il reparto lanciatori collassa su se stesso concedendo qualsiasi cosa. In questo caso è valsa l’opzione 1, l’attacco non ha battuto se non un minimo non indispensabile per vincere. Il monte se l’è tutto sommato cavata ma quando da 2 situazioni di basi piene (con 2 occasioni ciascuna, quindi 4 in totale) te ne esci con un totale di un punto significa che questo motore è imballato più che mai.
Questa fase di partite casalinghe contro squadre mediocri si sta rivelando come un bel boomerang, in cui veniamo a conoscenza probabilmente in maniera definitiva che il 2022 dei Giants è mediocre. Il nostro record è oggi ancora positivo (40-34) ma i segnali negativi che sembravano spariti come per magia grazie al recente miracoloso sweep ai danni dei Dodgers ora sono tornati, e sembrano conclamati. Questa squadra difficilmente guarirà dalla situazione in essere e un cambio di passo potrebbe coincidere solamente con l’innesto di almeno 2 o 3 elementi che fanno la differenza. Troveremo questi 2 o 3 elementi? (Direi due mazze e un rilievo, più una rotazione al completo con Junis). Probabilmente no, ma restiamo a vedere se partoriamo qualche trade oppure se dalle minors fuoriesce qualcuno di buono.
Qualche nome ce l’avrei, ragion per cui oggi stravolgo un po’ la consueta scaletta e pur di parlare il meno possibile di gara 2 contro i Tigers, tratto in breve l’argomento minors, che è un po’ che non mi vede scriverne su queste pagine.
Partendo dal triplo A, vediamo com’è la situazione delle singole squadre, con gli elementi che si fanno più notare:
- Sacramento River Cats (31-43): record negativo grazie soprattutto ad un loop di sconfitte senza fine che risale ad un paio di settimane or sono, ma del record ci interessa il giusto. Bart ha giocato 5 partite, con 20 at-bat e batte .300, senza extra-basi. Ancora molti K e l’idea che debba stare lì probabilmente fino a fine stagione. Sempre Villar è quello che si fa notare di più, seppure ora sia in calo di condizione, ma la media dice .269 e credo ci siano ottime possibilità di vederlo fare il salto in casacca Giants entro la fine di quest’anno. E l’ultimo arrivo Calhoun? 4 partite finora, con un doppio e un fuoricampo, media .313 ultra-provvisoria ma buon impatto. È un altro che, avendo esperienza MLB, potrebbe arrivare nel caso lo staff Giants entri in panic-mode e decida di rivoluzionare un po’. Che ci aiuti davvero è tutto un altro paio di maniche. Menziono anche Isan Diaz, arrivato a stagione in corso, lui ha media .265 e molta esperienza in MLB (ben 145 partite). Infine Ramos, batte .221, assai poco eppure ultimamente meglio di prima, visto che si era arenato in un grosso slump. Va molto meno bene il pitching, ragione principale del record negativo. Hjelle comunque se la cava, ora abbiamo anche Alvarez e Littell a roster, oltre a Shelby Miller. Ve lo ricordate? Una vita fa era considerato il pitcher dominante della MLB, il sogno proibito di chi non ce l’aveva. È proprio lui che abbiamo, non un omonimo. Da menzionare anche Dabovich, appena promosso dal doppio A, e Kervin Castro, uno dei rilievi più talentuosi, che però non sta brillando troppo.
- Richmond Flying Squirrels (40-31): al netto della sconfitta per 12-1 di ieri notte, la squadra non se la cava male. Faccio qualche nome: Frankie Tostado, 24enne prima base, che batte .291 con 10 fuoricampo e ha discreta continuità. Poi Ricardo Genoves, che era catcher a Sacramento prima di venire retrocesso per fare posto a Bart. Sta dimostrando che il doppio A gli sta largo. E infine Sean Roby, che ha 23 anni e batte poco, appena .213 ma ha una potenza fuori dal comune. È già a quota 19 fuoricampo in 60 partite, l’anno scorso ne ha fatti 19 in 97 a Eugene. Se solo battesse un po’ di più sarebbe da seguire con molto interesse. Quanto al pitching, nomino Frisbee solo perché il cognome è notevole. Aveva fatto anche bene finora, ma nell’ultimo match ha concesso l’impossibile. Forse i suoi lanci sono troppo piatti.
- Eugene Emeralds (42-26): la squadra gira bene perché è ricca di talenti sebbene Luciano sia fermo ai box da circa un mese (non conosco le ragioni fisiche del problema) e seppure uno dei nostri migliori prospetti, Luis Matos, si sia sciolto come neve al sole. Batte .171 senza cenni di miglioramento, a questo punto o è uno slump lunghissimo o la situazione per lui è ultra-preoccupante. Qualche partita fa ha infilato un match da 5 su 5, totalmente random, per il resto non batte praticamente mai. Qui c’è da menzionare due giocatori: Kyle Harrison, per me prospetto numero 2 assoluto se non numero 1 prima di Luciano. È un pitcher e sta rendendo già meravigliosamente. Se tutto va come deve (sappiamo che per i lanciatori ci sono mille variabili) è destinato a diventare un numero 1 della rotazione Giants tra qualche anno, senza dubbio. Poi il grosso nome è Vaun Brown, portatelo subito in maglia Giants! È un esterno 24enne che a San Jose a inizio stagione ha giocato 59 partite battendo .346/.427/.636, linea irreale, con 14 home run. Promosso a Eugene finora siamo ad appena 4 partite ma un fuoricampo c’è già e la media battuta è – ovviamente insostenibile – di .533. Non so, cosa aspettiamo a fargli bruciare le tappe? Questo ragazzo merita assolutamente già ora delle categorie superiori, già è stato tenuto troppo a lungo a San Jose. Ultimo nome, Carter Aldrete, 24enne terza base ieri autore di 2 fuoricampo con ben 7 RBI. Batte .284 con 13 home run in 58 partite.
- San Jose Giants (43-28): altra squadra che va bene, con qualche nome da poter dire. Aeverson Arteaga, giovanissimo shortstop, batte .278. Notiamo anche un’evidente crescita di Garrett Frechette, 21enne prima base, che batte oltre .300 con ottima continuità. Media .294 per l’outfielder McCray, 21enne. Qui però voglio nominare due coach di questa squadra: il pitching coach è Dan Runzler, l’hitting coach è Travis Ishikawa. Mi scende quasi una lacrimuccia e mi vien voglia di aprire la pagina MLB Operazione Nostalgia e iniziare a far soldi come succede con la pagina di quel tale che ha messo in piedi quasi una multinazionale con la nostalgia di giocatori improbabili di Serie A.
Ah, bisognava parlare di Giants vs. Tigers, no? Forse è meglio evitare, anche se effettivamente è successo qualcosa di menzionabile. Per esempio uno strike quasi in centro al piatto chiamato ball a Casali. Ci ha favorito (poi comunque non abbiamo segnato), certo, ma mi ha fatto ridere la grossolana topica arbitrale. Poi, sempre nello stesso inning, la mazza rotta calpestata da Baez nel tentativo di raccogliere la palla. Giocata pericolosa per l’incolumità di un paio di giocatori, ma soprattutto non avevo mai visto un difensore camminare sopra una mazza per giunta arrivata a tale distanza dalla zona di battuta. Infine, il poppone gigantesco finale di Yaz con cui si è chiuso il match, emblema della situazione Giants e rimprovero solenne per il sottoscritto per aver perso il conto popponi. Questo sarebbe valso forse tre, per quanto era alto.
Andiamo con le note, almeno, partendo da quelle negative:
- Slater: entra da PH e si prende 2 strikeout su altrettante apparizioni al piatto, in una di queste era a basi piene in situazione importantissima. Se c’è da epurare qualcuno nel futuro, mi spiace ma lui deve essere tra i primi. Mi spiace detto senza retorica perché come giocatore è stato tra i miei preferiti, ma ora è più dannoso che utile.
- Estrada: altra partita buia in attacco, 0 su 4 con anche un doppio gioco in cui cade. C’è bisogno della sua presenza in battuta, altrimenti è così che si finisce, con una sconfitta.
- Walton: dopo qualche exploit, ha deciso di non battere più. Brutta voragine nel lineup, da colmare as soon as possibile.
Note positive:
- Longoria: fuoricampo che non sa nemmeno lui come fa a farlo, sta di fatto che ultimamente è uno dei meno peggio di questa squadra. Per cui come scritto qualche giorno fa: chapeau. Ovviamente il debito che secondo me ha nei confronti dei Giants è secondo me ancora enorme rispetto alle aspettative riposte in lui al momento dell’acquisto, quindi per poterlo cancellare deve mettere in piedi una stagione formidabile che al momento mi sembra piuttosto di difficile realizzazione.
- La Stella: singolo e doppio. Una presenza che non disturba nessuno.
- Marte: due inning senza problemi. Avvertenze: usare con cautela.
Dopo il giorno di riposo odierno, nel weekend ospiteremo i White Sox di Chicago, squadra che nella Modern Era abbiamo incontrato appena 13 volte di cui solo 5 in casa, peraltro rimediando 4 sconfitte, nel 2008 e nel 2014, anno in cui splittammo la mini-serie da due partite vincendo la seconda sfida, che fu appunto l’unica vittoria nostra contro di loro in quel di San Francisco.
Le calzette bianche del South Side viaggiano ad un record di 34-39, piuttosto orrendo se teniamo conto che alla vigilia della stagione venivano dati come contender sicura per la Division con concrete chances di giocarsi la vittoria del campionato. La missione per loro è ora quasi impossibile perché si trovano a 6 partite dalla vetta divisionale e a 5 dalla Wild Card, soprattutto con molte squadre in mezzo, però come le due nostre recenti serie insegnano non andranno affatto sottovalutati, in quanto sono comunque una squadra più che rispettabile.
Per i tre incontri manderemo sul monte rispettivamente Cobb, Webb e DeSclafani e se la prima e la terza sfida si apre a qualsiasi pronostico e forse pure a molti punti, la seconda che vede un duello tra Webb e Cease è sicuramente la più succosa per chi ama i match-up di valore sul monte.
Per gara 1, di venerdì notte, troveremo di fronte il “vecchio” Lance Lynn, 35enne destrimane, che debuttò in MLB nel 2011 (anno in cui si laureò campione) e che in carriera ha vestito le maglie di Cardinals per 6 stagioni, Twins, Yankees e Rangers prima di approdare l’anno scorso in maglia White Sox, con i quali ha disputato 28 partite in regular season ottenendo una ERA di 2.69. Quest’anno problemi al menisco lo hanno tenuto fuori fino al 13 giugno scorso, data in cui ha debuttato. Ha raccolto pertanto tre presenze tentennando parecchio in tutte queste. L’ERA dice 6.19 pertanto l’obiettivo è farlo proseguire così. Senza rancore.
Dylan Cease, anche lui di braccio destro, ha 26 anni ed è uno dei lanciatori migliori di questa stagione MLB. Dal debutto del 2019 ha sempre indossato la maglia dei White Sox e le sue prestazioni sono state un continuo crescendo. ERA 3.91 per 32 partite l’anno scorso, quest’anno è a 2.56 per 15 partite, con l’ultima uscita in cui ha migliorato il suo carrier high di strikeout in un singolo match, ben 13 in 7 inning contro Baltimore. Sarà “divertente” per noi vederlo lanciare e non beccare neanche una palla (oddio, speriamo qualcuna di prenderla, effettivamente).
Concludiamo con Lucas Giolito, quasi 28enne di Santa Monica, che ha avuto finora una carriera un po’ strana. Etichettato come un gran prospetto, venne scelto dai Nats nel 2012 come 16esimo assoluto e tradato l’anno del suo debutto (che fu deludente) in cambio di Adam Eaton. Ai White Sox ha conosciuto stagioni altalenanti; il primo anno completo, il 2018, fu molto negativo con ERA di 6.13 per 32 partite, poi le cose cambiarono e divenne un pitcher di prima fascia. Tre stagioni di fila con ERA sotto i 4 punti, poi quest’anno sembra tornato quello del primo anno, visto che ha una ERA di 5.19 per 13 presenze. In stagione è partito forte, ma in giugno sono arrivati alcuni match deludenti in cui ha concesso molto agli attacchi avversari (peraltro ha incontrato Houston, Tampa e Toronto, che non sono proprio attacchi irrilevanti). Ha però una BABIP di .360, segno che la sua ERA è tutto sommato menzognera e che ci troveremo di fronte un pitcher che sa fare benissimo il suo mestiere.
Da parte nostra, occorrerà avere un attacco veramente produttivo e possibilmente un monte che riesca a tenere il più possibile su i propri partenti. Il loro attacco è forse privo della superstar (qualcuno è anche rotto) ma chiunque può far male e battere lontano. Capito, signor DeSclafani Anthony detto Tonino?
Vediamo cosa riusciamo a cavarne, a presto e sempre forza noi, qualunque cosa succeda.