2023, si parte! Noi ci siamo, e i Giants?

Posted in Prepartita on 30 marzo 2023 by Mat
Credits: Sfgiants Instagram page

Opening Day, che due belle parole. Sono probabilmente equivalenti a “Buon Natale” per un bimbo, o quantomeno alla sensazione che un bambino prova la mattina di Natale, giorno in cui sa che riceverà tanti regali. Per noi non più bimbi e fanatici di questo meraviglioso gioco c’è questo giorno che rappresenta il non plus ultra per un appassionato, quando finalmente il gioco riprende, la palla rotola e si possono vedere un gran numero di partite per i successivi 6-7 mesi. Ma l’Opening Day è speciale, la partita della propria squadra conta un po’ di più, perché se è vero ed è vero che pure il 14 agosto la partita vale una vittoria esattamente come quella del primo giorno, magari il 14 agosto sei al mare e ti alzi, guardi un attimo sullo schermo il box score e torni a pensare alle tue vacanze, mentre l’Opening Day lo vivi minuto per minuto come se fosse gara 7 delle World Series. Con la differenza che se lo perdi poi hai davanti altre 161 partite per rifarti.

E insomma, il qui presente blog anche per quest’anno produce almeno un pezzo per la nuova stagione, ridendo e scherzando siamo alla stagione numero 14 dall’esordio (iniziammo nel 2010 a titolo già in tasca, a dirla tutta). Come saprai, caro aficionado, non sono mai stato costante su queste paginette né lo sarò per quest’anno. L’anno scorso, una volta che la stagione è andata in vacca mi sono lasciato andare anch’io e ho mollato i report che erano quasi quotidiani. Quest’anno temo di far peggio, ovvero di non coprire quasi nulla, ciò non significherà che non guarderò le partite (giammai) né che non verranno commentate. Come saprete, la pagina Facebook è sempre attiva e anche se ormai è un social network boomerland è giusto mantenere viva la lunga tradizione degli aggiornamenti per ogni partita o per ogni grossa novità come avviene costantemente da 13 anni a questa parte. Quest’anno, come direbbero le grandi aziende, abbiamo implementato una grossa novità per te, o caro amico di fede arancionera. Il canale Telegram, in cui potremo commentare live le partite o anche dire un po’ quel che ci pare sui Giants o più in generale sul baseball. Ti invito quindi ad aderire da qui https://t.me/sfgiantsitaliachat e a partecipare senza problemi ai commenti, più ce ne sono e meglio è.

Ma torniamo a bomba a quello che sta per accadere sul diamante. Quest’anno si parte dal Bronx con una sfida subito di prestigio contro i pigiami newyorchesi. La New York brutta, quella arrogante, quella che si sente superiore agli altri per definizione, affrontiamo proprio loro, così mi sono fatto un po’ di amici nel caso qualche Yankees fan arrivasse su queste pagine (nulla di personale, si intende). È quella partita che sarebbe stata speciale qualora avessimo avuto Aaron Judge con la nostra camiseta, invece, perché la vita non è un film, Judge veste ancora la stessa maglia e noi saremo qui ad arrabattarci sperando in una valida sbucciata di Villar o in un infield hit fortunosa di Flores.

Come intuirete e anzi, come saprete già, la stagione si prospetta da lacrime e sangue, sulla falsariga di quella dell’anno scorso in cui comunque abbiamo terminato con un dignitoso 81-81. Potrebbe andare peggio, quest’anno, ma pure meglio, o pure molto meglio. Ma anche molto peggio. Ecco, il bello è che non lo sa nessuno; d’altronde la nostra regular season 2021 è lì a testimoniarci che tutto è possibile.

Ragionando nella maniera più oggettiva possibile, al di là del mero valore della squadra di cui parlerò tra poco, vedo ahimé un innalzamento del livello del nostro “girone”, quello della NL West. Secondo me – parere assolutamente personale però – i Dodgers si sono un po’ indeboliti ma restano di molto superiori a noi, i Padres si sono rinforzati e soprattutto i D’Backs potrebbero rappresentare la sorpresa in positivo addirittura dell’intera MLB, in quanto hanno più di un paio di elementi molto promettenti e forse già pronti per fare la voce grossa e trascinare la squadra. Così che rimaniamo noi e i Rockies, unica squadra che probabilmente parte sotto di noi in una sorta di power ranking. Con una squadra in più quindi, Arizona, a lottare per un posto in paradiso, la competizione si fa ancora più dura.

La nostra squadra invece pare essere sufficiente per una stagione interlocutoria, con le solite speranze che qualcuno overperformi a lungo e trascini il resto del gruppo, oppure di trovare qualcuno di apparentemente inaspettato (Blake Sabol, mi riferisco a te). La nostra rotazione, a cinque barra sei, mi sembra deboluccia, con uno Stripling che è stato una scolapasta durante lo spring training ma pure l’anno scorso in maglia Jays in regular season non ha brillato. I nostri rilievi mi sembrano migliorati rispetto all’anno scorso con l’apporto del “gemello buono” Taylor Rogers e con un Camilo Doval che promette di essere un closer ancora più affidabile. Il nostro reparto battitori invece mi sembra scarsino, con troppi giocatori chiamati a fornire un apporto che va oltre quanto dimostrato fin qui nelle loro carriere. Wade l’anno scorso è mancato e quando c’è stato ha fatto malino, Yaz ha completamente disimparato a battere, Crawford ha l’età che ormai ha, Villar è buono per colpire qualche siluro ma quanto a medie battuta non si fa valere, Flores è Flores, più di tanto non ha da dare, Bart finché non sconfigge il morbo degli strikeout sarà sempre più dannoso che utile. Insomma, il quadretto non sembra allegro anche se riconosco di aver espletato la versione pessimistica.

Ottimisticamente, si potrebbe invece dire che Conforto è un innesto che se è in forma ha molto da produrre, che Davis può confermare l’ottimo 2022 con la nostra maglia, che Haniger se in salute può fornire un contributo di livello, che Sabol se mantiene quanto visto nello spring training è una gran botta di energia, che Estrada è ormai un punto fermo di questa rosa ed è garanzia di affidabilità, che Pederson può confermarsi il nostro miglior battitore di fuoricampo. E poi c’è Schmitt, quasi pronto per il debutto MLB, e Kyle Harrison, che speriamo già di poter vedere quest’anno al piano superiore. E poi la stagione è lunga, capiteranno infortuni (anche agli altri, seppure non lo auguro mai a nessuno) e ci sarà la possibilità di scambi e di nuovi arrivi. Tutto questo per dire che il margine dell’imprevedibilità è sempre molto alto e che davvero, davvero tutto può capitare.

Insomma, saliamo sul carro e partiamo, anche per quest’anno. È l’Opening Day, godiamocelo, tifiamo e ammiriamo la bellezza di questo gioco che ci è mancato tanto nei mesi precedenti. È il primo giorno ed è quello in cui tutti partono da 0-0 e tutti, compresi i Giants, possono sognare di arrivare ad alzare quell’anello. Forza noi!

Siamo su Telegram

Posted in Analisi on 27 febbraio 2023 by Mat

Quanto seguiremo la stagione 2023 dei Giants sul presente blog? Forse tanto, forse poco, forse niente. Questo blog è costante nella sua incostanza, si naviga perennemente a vista.

Intanto però abbiamo un nuovo posto su cui confluire, un canale Telegram, in cui in modo molto più immediato potremo commentare le gesta dei nostri ragazzi.

Cari lettori del blog, sempre fedeli nonostante le lunghe assenze, vi invito dunque ad aderire al canale. Più siamo e meglio è: https://t.me/sfgiantsitaliachat

Vi aspetto!

Edit: ho modificato il link perché in versione boomer ho creato il canale senza possibilità di far interagire i partecipanti. Poi ho creato il gruppo che invece dà questa possibilità.

Spunta una tabella, per i sognatori più incalliti

Posted in Uncategorized on 15 settembre 2022 by Mat

Questa la voglio mettere per far capire (prima a me stesso) quanto sia malsano essere tifosi. Ma allo stesso tempo, che mondo sarebbe senza poter sognare?

Ah ovviamente se si avvera faccio Italia-San Francisco a piedi e a nuoto.

Postilla: grazie a chi visita il blog, ci rileggiamo presto.

Giants vs. Dodgers gara 4 (3-5): stop by stop, verso l’infinito e oltre

Posted in Resoconti on 5 agosto 2022 by Mat
Credits: santamariatimes.com

Eh amici miei, credevate che il blog vi lasciasse solo durante la tempesta per tempo indefinito. No, almeno un ultimo post prima delle vacanze va fatto, qualunque sia la nostra situazione. Sapete, ci sono i bandwagoners, quelli che saltano sul carro della squadra vincitrice o comunque di quella che sta passando un’annata ottima dopo l’altra. Mi riferisco soprattutto ai nostri cari tifosi Dodgers, che negli ultimi anni ha visto tantissima gente salire sul carro. È un fenomeno normale, nulla di cui stupirsi o scandalizzarsi, tifare per chi vince è del tutto umano. Peraltro anche da queste parti abbiamo assistito a tale fenomeno, negli anni d’oro dal 2010 al 2014 quando le visite al presente blog schizzarono alle stelle e probabilmente molti dei neo-tifosi Giants italici si sono affezionati alla squadra in quel periodo. Ripeto, è normale, non c’è nulla che non va in questo.

C’è poi lo zoccolo duro, i die-hard fan, quelli che magari tifano da tanti anni (o anche da pochi, perché no) ma che non mollano mai la squadra in qualsiasi situazione essa si trovi, sia davanti alla gloria che davanti alle crisi più nere. Anzi, forse si sentono quasi più a loro agio nei momenti come questi, perché forgiano il tifoso e lo rendono come facente parte di un club esclusivo. Festeggiamo tutti quando vinciamo, consoliamoci in pochi ma buoni quando perdiamo. Voi che tifosi siete? Probabilmente se leggete queste righe in momenti come questo appartenete allo zoccolo duro, il che vi fa onore e vi rende tifosi arancioneri DOCG, un titolo che potete rivendicare con orgoglio.

Il momento è dunque di quelli tosti, ma sebbene l’esito dell’ultimo match abbia fatto rispolverare dati statistici vecchi di oltre un quarantennio, non si può certo dire che non si sia vissuto roba simile nel passato, persino in mezzo agli anni degli anelli. Ora perdiamo, perdiamo male e perdiamo con tutti, specie contro i nostri rivali, cosa può succedere di peggio? Di non smettere letteralmente mai di perdere, forse, eppure un giorno tutto ciò avrà un termine, lo dice la legge dei grandi numeri e soprattutto il calendario, che non andrà oltre la 162esima partita stagionale. Poi sarà offseason che probabilmente verrà vista come una liberazione, ma tempo pochi giorni e quei disgraziati in campo addirittura ci mancheranno e non vedremo l’ora che ricominci una nuova stagione… per maledirli di nuovo. Ma per fortuna esiste il rewatch e personalmente mi capita durante l’offseason di andare a ripescare vecchi match e guardarmeli, giusto per assaporare nuovamente l’aria di campo e della vittoria. È un esercizio consolatorio, che può funzionare durante l’inverno.

Ora però siamo ancora nel pieno della stagione, anzi il bello dovrebbe teoricamente ancora arrivare se solo fossimo in corsa per un posto al sole. Ma il 3-12 che è seguito all’ASG ci ha smontato completamente, ci ha fatto perdere la bussola, precipitare in classifica negli abissi e soprattutto scavare un solco profondo di identità. Arrivare al 4 agosto ad ottenere lo stesso numero di sconfitte della totalità dell’anno precedente significa che stai facendo dei passi indietro giganteschi, oltre ovviamente a confermare che il 2021 sia andato così non si sa per quale congiunzione astrale (o forse perché c’era Buster Posey, potrei aggiungere).

Quest’anno sta andando tutto rovinosamente e cambiare tanti uomini non fa che acuire i problemi, anche solo per il fatto che chi entra non fornisce il contributo che ci si potrebbe augurare. Se chi subentra è scarso, puoi cambiare tutti gli uomini che vuoi ma chi subentra è scarso, pertanto non farà grossa differenza. Parliamo di MLB, ovvero dell’élite del baseball mondiale, pertanto quando uso la parola “scarso” è ovvio che va tarata al contesto in essere; sta di fatto che affrontiamo gente mediamente più forte, che di norma batte, lancia e corre meglio di noi. Il risultato è sotto gli occhi di tutti e se avete visto la serie contro LA dovrete darvi da soli una pacca sulle spalle se siete riusciti a non distruggere i vostri device per la frustrazione.

Inutile che racconti la partita, parliamo di un film già visto. In questa abbiamo avuto addirittura la grazia di restare in vantaggio per circa una ventina di minuti, il tempo che è passato dall’home run di Davis a quello di Betts. Che sensazione di ebbrezza abbiamo provato? In quegli istanti ho addirittura pensato che avremmo potuto tornare sotto per la corsa playoff ma è chiaro che la mia testa è palesemente drogata di Giants e durante le partite i pensieri sono irrazionali. La fine dell’incontro ci ha portato un’altra sconfitta che non fa che aumentare la crisi a livelli quasi insostenibili. Di critiche se ne potrebbero fare tante ma probabilmente è il caso di rimandarle a mente più fredda. Si può comunque dire che le mosse di mercato prima della deadiline sono state piuttosto cervellotiche, un po’ ibride tra il vendere e il comprare, “non smobilito ma…”, “non faccio acqusiti ma…”, il risultato è una squadra scarsa come prima senza aver ceduto pezzi importanti per avere prospetti di valore, e siamo qua a struggerci di dolore. Così ho fatto anche la rima.

Che poi, beninteso, ora stiamo producendo ben al di sotto delle nostre potenzialità, non vorrei che si pensasse davvero che valiamo tipo 70-92 in stagione. Siamo certamente di meglio e il fatto che stiamo facendo peggio è un’aggravante.

Evito persino le note del match, non voglio sparare su una croce rossa che è senza benzina e con le ruote bucate. Il blog si ferma, non per pudore ma perché è tempo di vacanze. Tornerà, probabilmente nella settimana del 5 settembre, forse prima o forse dopo, o forse mai, ma l’ultima fatalista opzione spero non si verifichi.

Che mese di agosto sarà? Innanzitutto con il riposo odierno a cui seguirà una mini-serie a Oakland. Poi andremo a farci randellare a San Diego, in casa del Dream Team (forza che in postseason tiferemo per voi contro quelli là, ma sappiamo già come finirà) per tre partite, poi 7 partite in casa, tre con Pittsburgh e 4 con Arizona, per tornare in trasferta tra Colorado (3), Detroit (2) e Minnesota (3). L’ultima di agosto la riprenderemo in casa, prima con San Diego poi con Phila. Poi forse il blog tornerà… per riprendere a casa Dodgers, sempre loro? Non ce ne libereremo mai.

La stagione termina il 5 ottobre, la strada è lunga e irta di ostacoli, ma vedrete che non mancherà qualche bella vittoria, è nell’ordine delle cose. Buone vacanze cari lettori, per chi le fa. Invece chi non le fa tenga duro, arriveranno tempi migliori, per tutti. Forza Giants sempre.

Giants vs. Cubs gara 4 (4-0): Rodon veneziano, è l’ultimo ballo?

Posted in Resoconti on 1 agosto 2022 by Mat
Credits: thecomeback.com

Dopo un roadtrip molto soddisfacente (per gli avversari, btw) finalmente torniamo a combinare qualcosa di buono e l’abbiamo fatto nella serie casalinga contro i Cubs, anche se per il modo in cui abbiamo perso gara 2 devo dire che un po’ mi brucia ancora, nonostante poi si sia assistito ad una doppietta di W che non solo ci ha fatto vincere la serie 3 a 1, ma ci ha anche riportato a quota .500 almeno per un giorno. Già, perché se leggiamo i prossimi avversari c’è da pensare che sarà difficile restare a quota di galleggiamento, però ecco nulla di vieta di provarci… pur con qualche elemento di spessore in meno, probabilmente.

Alludo a Carlos Rodon, che comunque non avrebbe lanciato le 4 partite della serie contro LA per ovvie ragioni di rotazione, in procinto di salutare il gruppo e recarsi in una squadra che va a lottare per vincere il campionato. E no, non saremo noi una di quelle, per quanto non totalmente fuori dai giochi, ma 4 partite di distanza – con una squadra in mezzo – dall’ultimo posto Wild Card sembrano aver convinto la dirigenza, nei panni del GM Scott Harris e del direttore delle baseball operations Farhan Zaidi, ad ascoltare offerte per i suoi migliori giocatori. Il migliore, tolto Webb che è già stato dichiarato inamovibile, è proprio il buon Carlos dal sangue caldo, il cui showcase di ieri notte in America-visione ha probabilmente contribuito ad innalzare il valore del giocatore stesso, ragion per cui avremo la possibilità di ottenere il massimo possibile in cambio della sua cessione. Massimo possibile che significa rimpolpare ulteriormente una farm già interessante e che potrebbe arricchirsi per andare a costruire una squadra competitiva nel prossimo futuro. Oltre a Rodon potrà partire qualcun altro, identificati in special modo in Pederson e Flores, ma non è detto che possa andare via qualche nome a sorpresa o anche nessuno di loro. Gli ultimi due giorni di mercato sono soliti riservare parecchie sorprese e c’è da pensare che questa occasione non farà eccezione.

C’è dunque curiosità per sapere cosa saranno i Giants da qui in avanti, se ancora una squadra con i propri “tesori” da provare a giocarsela fino al termine della stagione oppure un gruppo più indebolito e in grado di competere per tirare avanti la baracca da qui alla fine ma senza ambizioni. Le dichiarazioni che precedono le mosse importanti del mercato sono state del tipo “se cederemo qualcuno vorremo comunque restare competitivi per lottare fino alla fine”, come ha detto Kapler, già, ma tra le parole e i fatti spesso ci sono 9 inning di mezzo in cui si nota la differenza tra chi ci sa fare e chi no, e spesso arrivano sconfitte a complicare il percorso. Come ho già scritto nei giorni scorsi sono personalmente favorevole alla cessione di Rodon, per quanto mi si stringa il cuore. Lui andrebbe via al 99% comunque a fine stagione e per giunta gratis. Credo che non saremmo in qualsiasi caso competitivi per lottare per il titolo quindi è giusto cederlo per ottenere roba importante su cui investire, magari anche gente che non sia futuribile nel 2047 ma possibilmente già pronta o comunque quasi pronta, nel giro di uno o al massimo un paio di anni.

Nell’attesa di ciò che succederà tra oggi e domani, due giornate infuocate sul fronte degli scambi, c’è da dire anche di ciò che è successo e ciò che succederà sicuramente, ovvero la partita contro i Cubs, l’acquisizione di uno shortstop e le partite contro i Dodgers. Nessun dubbio su tutto questo.

Partiamo dall’arrivo di ieri, quello di Dixon Machado, giocatore che non avevo mai sentito nominare e che in poche ore ha preso un volo per San Francisco ed è stato sbattuto immediatamente in campo dall’inizio. Chi è il buon Dixon? Innanzitutto si chiama Dixon Javier Machado Moreno, ha 30 anni, è venezuelano e ha giocato nei Detroit Tigers dal 2015 al 2018, 172 partite, con medie non eccezionali (.227 avg) e un solo fuoricampo. È poi andato in Corea sempre per i Giants, ma per i rossblù di Busan, i Lotte Giants, prima di tornare in America ed essere preso dai Cubs, con i quali ha giocato in Triplo A con una linea di .312/.402/.394, quindi buona media e buona OBP, ma di potenza assai poca. È stato preso per rimpiazzare o dare i cambi a Crawford ed Estrada (entrambi ora in IL) e dare garanzie di solidità difensiva, visto che sembra un buon difensore oltre che un discreto contact-hitter. Una mossa a bassissimo costo e senza rischi, se non quello di non avere un grande giocatore nel nostro roster, ma insomma, se ci ricordiamo di alcuni elementi che sono transitati solo quest’anno con la nostra maglia (giusto per ricordare, i vari Papierski, Fairchild, Ford, Walton) questo sembra un po’ meno peggio degli altri. Ieri notte ha intanto esordito con un singolo e due strikeout, un hit-by-pitch e una marcatura, senza sbavature difensive.

Venendo al campo, come già scritto abbiamo assistito ad uno showcase da parte di Rodon, o forse proprio ad uno show. Per quello che potrebbe essere stato il suo ultimo ballo con la nostra divisa, il nostro ragazzo ha brillato di luce propria, facendosi aiutare sul primo battitore, eliminato con una gran presa al volo da parte di Gonzalez ma per il resto concedendo appena due singoli in sette inning di lavoro, senza alcun walk (seconda volta in stagione) e piazzando 10 strikeout, un’altra prova con i K in doppia cifra, sesta volta su 21 partenze. In attacco abbiamo messo tutti i punti nel 4° inning, con gli RBI prima di Vosler e poi di Wynns, non certo due tra i nostri top player ma che spesso, specie Vosler, riescono a trovare degli spunti interessanti. Abbiamo creato altre situazioni interessanti nel corso del match, riempiendo le basi in un paio di occasioni (anche con meno di 2 out) ma non portando a casa punti, prima con degli strikeout subiti poi con una bella giocata difensiva del loro 1B.

Nel finale, Brebbia e Doval hanno lanciato i due inning conclusivi. Il primo ha subito due hit ma è uscito senza punti a carico, il secondo ha invece chiuso con destrezza; non una save-situation ma pur sempre un ERA che viene ritoccata a quota pi greco, 3.14.

Note positive del match:

  • Rodon: è stato breve ma intenso, se dobbiamo descrivere in poche parole la sua avventura in maglia Giants e se soprattutto ce ne priveremo, visto che ancora non è detto. È stato meglio lasciarci che non esserci mai incontrati, come scrisse Faber. Mancherà, mancherebbe.
  • Vosler: lo small sample size crea mostri, come per esempio le sue medie di quest’anno che sono di gran lunga migliori in maglia Giants che non in maglia River Cats. Tanto si può dire di lui, anche in negativo nel senso che non è certo un fenomeno, ma il suo apporto quando è stato chiamato in causa almeno per la stagione in corso lo ha sempre dato.
  • Wynns: un Casali-bis come già scritto tempo addietro, non fa che fare il Casali-bis, ovvero produrre punti pesanti. Non è sempre domenica, vero, ma ieri sì.

Note negative:

  • Mercedes: 5 lasciati in base e uno strikeout pesante incassato a basi cariche, con 1 out e con una palla bassa ma ampiamente dentro la strike-zone. La potenza non gli fa difetto, l’occhio sì.
  • Yaz: una valida c’è, ma c’è anche uno strikeout ridicolo a basi piene appena dopo quello di Mercedes. E mettiamoci l’errore difensivo di gara 2, giusto per rincarare la dose. Speriamo che nei prossimi 2 mesi si dia una sveglia perché così è dannoso.

Oh, arrivano i Dodgers, anche se le nostre orecchie sono da un’altra parte, ovvero a captare i segnali delle trades che stanno per compiersi, o forse per sfumare. Webb vs. Heaney è il primo match-up di una serie da 4 e che vedrà una settimana un po’ anomala con il riposo fissato di venerdì. Per allora però sapremo di che morte saremo morti a livello di mercato e avremo anche un aggiornamento della nostra situazione di classifica che rischia di precipitare definitivamente in caso di sconfitta nella serie oppure di godere di una spinta propulsiva in caso di vittoria (o anche di restare immutata, perché no). Pensiamo quindi al campo e a vincere gara 1, per ciò invece che concerne il presente blog, nella settimana in corso il vostro articolista di (s)fiducia è ancora presente ma non garantisce che vi potranno essere dei post a commento di ciò che succede, mentre certamente il blog si fermerà poi per le prossime tre settimane e riprenderà l’ultima di agosto, o forse addirittura ai primi di settembre.

Ad ogni modo la nostra pagina FB verrà sempre aggiornata come facciamo da oltre 12 anni ed eventuali commenti o analisi (anche se ovviamente più brevi) le faremo da lì. A presto!

Giants vs. Cubs gara 1 (4-2): riparte la carrozza a motrice Mercedes

Posted in Resoconti on 29 luglio 2022 by Mat
Credits: Sf Giants Instagram page

Nulla impedirà al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia. Perché oltre la nera cortina della notte c’è un’alba che ci aspetta.” Ed è con una nota frase del poeta libanese-americano Gibran che esordisco con questo post dedicato alla prima sfida giocata contro i simpatici Cubbies di Chicago. Abbiamo vinto, ebbene sì, abbiamo vinto, per i nostri Giants hip hip hip urrà! Alla fine è successo ciò che in una stagione di MLB accade comunque spesso, ovvero una vittoria, ed è molto inusuale passare 11 giorni tra un high-five e l’altro. È quanto accaduto ai nostri, a secco da prima dello stop per quello stramaledettissimo All Star break che ci ha rotto le uova nel paniere e ci ha destabilizzato la stagione, forse compromettendola definitivamente. Ma tutto ha una fine quindi è terminata anche l’emorragia di sconfitte. Visto che non è la prima volta in stagione che succede nulla ci vieta di pensare che possa accadere di nuovo, ma intanto questa striscia è finita. Sarà finita anche la crisi? Non basta una vittoria per cancellarla per cui bisognerà vedere il comportamento nei prossimi match. Per il momento il malato Giants ha preso un brodino e questo è un segnale positivo; prima non mangiava neppure, ora ha ricominciato ad alimentarsi. Vediamo se passo dopo passo riusciremo a rendere dignitosi questi due mesi o poco più che ci rimangono da giocare.

Qualcuno si chiederà: e ora che facciamo, vendiamo o compriamo? La margherita ormai va sfogliata ogni singolo giorno e per fortuna che martedì prossimo non è più così lontano, per cui lo sapremo presto. Il mercato è quasi immobile e lo sarà fino all’ultimo momento, probabilmente lunedì o martedì stesso arriveranno i botti. Tra l’altro non ho mai capito perché si aspetta l’ultimo giorno, soprattutto per chi è buyer in cui prima riesci a prendere un giocatore e prima magari riesci ad ottenere vittorie che alla fine dell’anno poi fanno la differenza. Invece no, se la deadline fosse il 30 settembre, il mercato si muoverebbe il 30 settembre anche solo per prendere giocatori che stanno in campo una settimana. Contenti loro.

In tutto ciò, la vittoria di ieri notte ha mutato la posizione del sottoscritto sul mercato? No, ma posto che si tratta di un parere, ciò che conta davvero è IL parere, ovvero quello di Zaidi. Del nostro da tifosi interessa il giusto, ovvero noi dobbiamo fare i conti con le scelte che faranno e farcele piacere, se vogliamo vivere sereni. Per quanto in disaccordo con l’idea di essere buyer, pure in forte disaccordo se vogliamo, dovessero scegliere così accetteremmo la decisione e poi vedremo quel che sapranno combinare quanto a movimenti, altro da fare proprio non possiamo. Non mi sarebbe dispiaciuto perdere questo match (e forse pure i prossimi tre) per far capire al nostro GM che bisogna essere sellers ma devo dire che vedere i nostri vincere mi dà sempre e comunque una sensazione positiva, di aria fresca, di buonumore, di anche ingiustificato ottimismo. La mente inizia a vagare e a pensare cose senza senso del tipo “e se ora ne vincessimo 15 di fila, perché mai non dovrebbe capitare?”. È così l’amore incondizionato verso una squadra, irrazionale, detto che comunque quando ci si mette un po’ a razionalizzare si capisce che sarà difficile un netto cambio di passo in positivo.

Già ieri prima dunque della partita era filtrata la voce che i nostri non avevano intenzione di privarsi dei loro pezzi grossi, Rodon su tutti. Quindi o sono pretattiche in attesa di sentire i telefoni bollenti, oppure è proprio così pertanto ci mettiamo l’anima in pace. Noi, nel contempo, restiamo a guardare i nostri sul campo.

Cos’ha detto il campo? Innanzitutto si è vista una difesa finalmente attenta e sul pezzo, va sottolineato visti i disastri combinati nelle partite precedenti. Nessun errore, infield concentrato, ottime giocate (due su tutte: gran presa di Yaz in esterno e “parata” di Flores da 2B con assistenza in prima). Poi Alex Wood, che ha fatto vedere quanto può ancora dare, se si mette d’impegno. No-hitter fino al 7°, non era andato mai così lungo in carriera senza concedere valide, e un 2-run home run poco dopo la valida subita che ha sporcato un po’ una prestazione di lusso con 92 lanci in quasi 7 inning completi. Il bullpen poi ha mantenuto miracolosamente, e senza soffrire, il punteggio, mentre l’attacco ha fatto quanto bastava, non brillando particolarmente ma trovando quantomeno qualche buona valida su situazioni di 2 out; 5 su 13 il dato con RISP.

La motrice della ripartenza, come suggerito nel titolo del pezzo, è stata a marca Mercedes, visto che Yermin ha provveduto a consegnare i primi due punti dell’incontro al termine di un inning piuttosto surreale e di un at-bat nonsense dello stesso Yerminator, che più lo vedo più mi sembra un mitomane senza quartiere che ha discrete doti baseballistiche che lo hanno salvato da una vita dissoluta ai margini della società. Buon per lui dunque e per la sua zucca, che comunque resta discretamente impastata; a riprova di quanto affermato vi invito a gettare tre minuti del vostro tempo per dare uno sguardo alla sua pagina Instagram, laddove ne ricaverete conferme del fatto che il mondo è bello perché è vario ma altresì vi chiederete come un elemento come lui possa viaggiare impunemente a piede libero. Ma questo è quanto, viva Yermin e la sua totale follia.

L’at-bat che ci porta due marcature come dicevo rasenta la comicità, perché Mercedes vede 11 lanci e 9 di questi viaggiano ad altitudini superiori a qualsiasi senso logico. Ovviamente Yermin, di cui tanto si può dire ma non certo che abbia grande occhio, gira gli ultimi 5 di questi e in quattro casi la manda in foul, tra l’altro avendo l’abilità di girarne e colpirne (in foul) anche uno che va basso. In modalità ventilatore ecco colpire il lancio numero 11 e mandarlo a cadere nella terra di nessuno tra gli interni e gli esterni. La palla spiove nell’esatto modo in cui può diventare impossibile da prendere al volo, pertanto due marcature entrano (avevamo 2 out e le basi piene) e Yermin si gasa come se avesse battuto la valida decisiva per vincere il pennant. Ma ci piace così, carico a molla.

Quella giocata non è stata l’ultima dell’inning perché poco dopo è Estrada a battere una grounder che gli interni non riescono ad intercettare in tempo per effettuare l’out, per gioia della sua BABIP e del nostro punteggio che diventa di 3-0. Anche prima dell’AB di Mercedes avevamo passato momenti allegri, con il pop numero 101 di Yaz così alto che Wisdom lo faceva cadere e ci sorrideva pure sopra. In seguito era arrivata una velenosissima infield hit di Slater che danzava sulla riga dell’esterno sinistro restando in campo. Infine, ma tutto questo prima della battuta già raccontata da parte di Mercedes, un wild pitch che ci dava un punto poi tolto dopo challenge richiesto dai Cubs in quanto quel wild pitch era in realtà un hit-by-pitch su Flores. Quindi punto annullato, basi piene e Mercedes che provvede.

Nell’inning successivo è poi arrivato un RBI double di Slater con la marcatura per Villar arrivato in base grazie ad un errore. Con un errore sul poppone di Yaz si era aperto quel 3° fruttuoso inning, con un errore segniamo poi nel 4°. Che strano che gli errori facciano così tanto la differenza, vero ragazzi? Con un minimo di testa in più forse non parlavamo di tutte quelle sconfitte, ma come disse Doc Brown “è tutto nel passato”.

Nel 7°, dopo il no-hitter rotto dalla valida up the middle di Happ, arriva il fuoricampo del sorridente – e soprattutto saggio – Wisdom, con i Cubs che dimezzano sul 4-2 e con Pederson che per poco non “ruba” il fuoricampo. In realtà è lui ad avere un fuori campo, nel senso che esce dalla partita dopo l’impatto sul muro, ma non dovrebbe essere nulla di grave per il nostro agile esterno sinistro platinato.

Nel finale, dopo Leone e Brebbia, ecco Camilo che in 18 lanci fa K, single, K, K con saltello finale. Game over, Giants win. Alleluia.

Note positive del match:

  • Wood: chi l’ha detto che il legno è più debole dell’acciaio? Lui (Wood) batte Steele (c’è una “e” di troppo ma ci siamo) e lo fa con una prestazione di quelle che vorremo vedere più spesso. Capito, Alex? Vorremmo-vedere-più-spesso. ERA 4.11, scendesse sotto i 4 i giudizi inizierebbero a diventare molto buoni.
  • Mercedes: uno stereotipo vivente dei Latinos, una specie di cartone animato che però ci mette l’anima e che quando è decisivo in positivo ci carica. Non aspettiamoci grandi cose, ma teoricamente se in fiducia può infilare una streak importante. Quantomeno lo speriamo.
  • Slater: tornato a casa i suoi neuroni tornano alla giusta temperatura quindi può produrre due valide, una fortunosissima e l’altra un doppio pesante. Ci sarà bisogno di lui in questi due mesi di sprint finale.

Note negative:

  • Villar: 3 strikeout e un approdo in base, e poi a punto, per un errore della difesa avversaria. Sta deludendo, inutile far giri di parole. Il tempo per riabilitarsi e mostrare un valore superiore c’è ancora, ma in MLB non c’è tantissima pazienza, pertanto deve sbrigarsi, altrimenti riprenderà la strada che porta a Sacramento.
  • Bart: lo metto qui per il suo (non) apporto offensivo, visto che dietro al piatto si comporta bene con uno strike perfetto su un corridore che cerca di rubare la 3B. In attacco però è un pianto disperato e ininterrotto, una gragnuola di strikeout francamente insopportabile. Non stupisce che si vocifera continuamente che siamo alla ricerca di un catcher, il Contreras che affrontiamo in questa serie si sposterà quasi certamente e qualora decidessimo di essere buyers sarebbe anche possibile un suo arrivo.

Cobb, Junis e Rodon sono i tre partenti per le prossime tre partite. Di contro, ci troveremo rispettivamente di fronte Stroman, Smyly e Sampson, per tre interessanti match-up. Marcus Stroman ha 31 anni, lancia destro, e l’abbiamo visto tanti anni a Toronto prima di andare ai Mets e ora ai Cubs per la sua prima stagione in cui in 12 partenze ha una ERA di 4.38. Non benissimo per una carriera da discreto lanciatore con alcuni picchi molto buoni ma anche lunghi periodi di fatica. Per quanto concerne l’anno in corso sta andando in modo molto altalenante ma il suo luglio è stato molto buono con 3 partenze tutte di alto livello. 1.26 la sua ERA riferita a questo mese, buoni numeri e poco lasciato agli avversari.

Drew Smyly ha 33 anni, è mancino e in MLB i Cubs sono la sua settima squadra. Tra le 7 ci sono stati anche i Giants nel 2020, in cui fece 7 partite di cui 5 da starter ben figurando con una ERA di 3.42. Quest’anno è a 3.93 per 12 partite e 4.38 la parziale di luglio con 3 uscite. Due le partite scoreless, 10 su 12 invece le partenze in cui ha concesso per lo meno 4 valide nel suo incontro. Da notare la sua strikeout rate, che è arrivata ad un picco nonsense di 14 nel suo anno a San Francisco, mentre ora si assesta sulla metà, che è anche il suo minimo in carriera.

Chiudiamo con Andrew Sampson, 30enne destrimane e mezzo partente-mezzo rilievo. 31 infatti delle sue 59 presenze in MLB sono da starter, per quel che riguarda i Cubbies di quest’anno siamo a quota 6 partenze e 2 apparizioni da rilievo. ERA di 3.20 sui 4.82 di una carriera divisa tra Seattle (2016), Texas (2018-2019) e Chicago (2021-2022). In questo luglio si è visto per 5 volte e tutte dall’inizio. È sempre arrivato almeno a lanciare nel 6° inning (curioso che in 4 su 5 di questi casi non l’abbia terminato) concedendo dalle 4 alle 8 hit per uscita. Tra le sue stats c’è da notare un notevole abbassamento dell’home run rate, in controtendenza col resto della sua carriera in cui è stato molto più generoso.

Parola dunque al campo, chissà che in questi tre match notturni non si possa fornire qualche risposta e qualche idea per illuminare la mente di Zaidi nostro. Forza noi!

Giants at D’backs gara 3 (3-5): buttare una stagione in una settimana, istruzioni per l’uso

Posted in Resoconti on 28 luglio 2022 by Mat
Credits: indexjournal.com

Chi l’avrebbe detto che avremmo perso anche questa? Forse tutti, la legge dei grandi numeri ci fa un baffo e qui di grande abbiamo solo la portata che assumendo la nostra crisi di gioco, di risultati, di atteggiamento, di qualsiasi cosa si possa riferire ai nostri Giants. Eppure la mia memoria molto labile aveva qualche vago riferimento ad una crisi dopo l’All Star break pertanto sono andato a scartabellare gli archivi per verificare se l’avevo solo sognato oppure era già successa una cosa simile. E sì, era già successa, parliamo dell’anno 2016 quando andammo alla breve pausa con 8 vittorie delle ultime 10 di cui 4 consecutive, con un record di 57-33. Al ritorno, dopo pochi giorni, ne perdemmo 6 di fila, ma anche 8 delle 9 partite che giocammo e ben 11 su 13. Poi ci riprendemmo in qualche modo e chiudemmo l’anno a 87-75, andando sì alla postseason ma non replicando la magia degli anni pari, perché era la stagione in cui sciupavamo una valanga di salvezze con Casilla e soci. Pertanto venimmo eliminati dai Cubs (poi campioni) proprio non chiudendo l’incontro nel nono inning, in maniera quasi simbolica.

Il paragone dunque calza se guardiamo alla crisi post-pausa, ma per il resto le differenze non mancano. Qui siamo partiti 48-43 e ora ci ritroviamo 48-50, distanti 3,5 partite da un postseason allargata ma che pare ancora più irraggiungibile se guardiamo il momento che stiamo passando. Per bissare l’anno scorso dovremmo vincere 59 delle 64 partite rimanenti, questo per rendere l’idea del tracollo da un anno all’altro. Questo roadtrip tra l’altro ha eguagliato due record storici della franchigia, uno 0-7 che non si verificava da 37 anni, quando finimmo però la stagione 62-100, un record che pur con tutto il pessimismo del mondo direi che siamo lontani dal raggiungere. Ma la striscia perdente è invece stata ripetuta.

Siamo passati così in una settimana dall’essere ottimisti e speranzosi – avevamo dopotutto battuto i Brewers giocando del buon baseball – a sprofondare nel più profondo dei buchi neri. Sette sconfitte per sette giorni potrebbe essere il titolo di un nuovo film, invece è la realtà di questi Giants che in poche semplici mosse si sono di fatto autoesclusi dalle posizioni che contano per l’autunno del baseball.

A tal proposito, anche dopo questa millesima sconfitta a fine partita ci tocca leggere di chi parla di ambizioni playoff, che dobbiamo rimetterci in pista perché vogliamo lottare per la postseason, et cetera et cetera. Ma basta, santo cielo, non nominate più le parole postseason o playoff, cancellatele dal vocabolario. Semmai giocate senza combinare schifezze in difesa (ieri un altro paio di cui una gravissima, tanto per cambiare) e solo se torneremo in corsa potremo riaffrontare l’argomento. Invece no, tocca sentire tutti i giorni i bla bla bla di chi non si arrende. Non so a voi, ma a me questo inutile ciarlare mi tormenta quasi quanto gli orrori che vedo in campo.

E qui voglio dirla grossa: mai tiferei contro la mia squadra, ma se un altro paio di sconfitte dovessero servire a Zaidi per convincersi di vendere i nostri giocatori più quotati, allora ben vengano un altro paio di sconfitte nella prossima serie, in vista della deadline di martedì. Mi risulta difficile pensare che nonostante questa serie terribile Zaidi sia ancora deciso a spendere, a comprare, ad ottenere giocatori alla Bryant che hanno due mesi di contratto davanti, poi diventeranno free agent e in cambio avremo perso qualche giovane. Onestamente, dove vogliamo andare quest’anno? A questo punto tanto vale privarci di chi comunque ci saluterebbe a breve ed in cambio ottenere adesso giovani valorosi in prospettiva. È un discorso che ho fatto ieri e che ribadisco oggi, visto che l’ulteriore sconfitta ne alimenta l’esigenza. Non sto dicendo di fare tanking fino a ottobre per andare più in basso possibile (peraltro a parte che nel baseball è sostanzialmente impossibile tankare scientemente, ma poi di fatto stiamo già tankando ora, cosa può andar peggio?), semplicemente vorrei che si prendesse con decisione la strada, già tracciata, del rebuilding. Non è nemmeno richiesta una smobilitazione totale tra l’altro, sarà sufficiente perdere uno o due pezzi (Rodon e Pederson, per dirne due) per ottenere qualcosa di buono. Oltre a loro due sul mercato potrebbero andare Flores, Cobb, Wood, Leone, Brebbia, La Stella, Longoria (seh, magari), Yaz. Ovviamente non tutti, ma sarà possibile che qualora saremo sellers perderemo uno o due elementi di questi appena menzionati.

Insomma, faccio di tutto per parlare anche oggi il meno possibile della partita, perché la frustrazione per la stessa certo non manca. Abbiamo subito un home run nel 1° inning, per farci subito capire come sarebbe andata anche stavolta. Poi l’abbiamo anche ribaltata con una valida di Estrada a cui è seguita una sua rubata che ha causato un errore della loro difesa e la conseguente marcatura di Gonzalez. Ma il vantaggio è durato il tempo di alzarsi a bere un bicchiere d’acqua, l’immediato pareggio D’backs si è poi evoluto nella sconfitta maturata nel 7° inning.

È importante sottolineare come si è perso, perché è esemplificativo di quello che siamo. Parte tutto da un bunt sul quale il corridore, McCarthy, arriva in 1B anticipando di poco la palla sul guanto di Belt. Poi una grounder fa avanzare i corridori in posizione punto, poi un altro bunt che Belt raccoglie a breve distanza da Wynns e sbaglia totalmente l’assistenza, sparando verso il proprio catcher una palla che sarebbe stata buona solo se il nostro catcher si fosse chiamato Dikembe Mutombo (così cito il titolo di un vecchio pezzo che scrisse il mio amico Giorgio sul presente blog). Palla quindi alle spalle di Wynns, due punti entrati, esattamente la differenza che si conta a fine match. È poi arrivato un fuoricampo gentilmente concesso ed offerto da un Long clamorosamente generoso negli ultimi tempi. Infine abbiamo accorciato nell’8° con una valida di Belt che non si è riabilitato dall’errore ma almeno ha prodotto qualcosa in attacco, per finire con un nono inning con il punto del pareggio in base e il punto del vantaggio in battuta – La Stella – che si prende un imbarazzante strikeout a chiudere la contesa. Avanti così.

Note negative del match:

  • Long: è un mancino quindi va forte contro i mancini, dicevano. Bene, quest’anno i mancini contro di lui sono 21 su 46 con una slugging di oltre .800 contro i .164 dell’anno scorso. I destri invece, per continuazione del paradosso, gli battono .152. Che dire, lo mettiamo magari contro i destri oppure ci ostiniamo a farci del male? Essendo Kap ossessionato dal platoon ognuno conosce già la risposta.
  • La Stella: è rientrato dalla IL e si è visto, ovviamente in negativo. Partita offensivamente sciagurata, offensivamente in entrambi i sensi, ovvero che ci ha offeso per come ha giocato. 0 su 5 e un K finale da urlo, di rabbia.
  • Yaz: peccato aver perso il conto popponi perché potremmo già essere in tripla cifra. Brutto a vedersi.
  • Belt: errore che non deve fare. Lo perdono perché è lui e ci ha dato tanto, ma se i veterani devono dare l’esempio qui andiamo male.

Note positive:

  • Estrada: tre hit per uno dei pochi che sta provando a fare qualcosa, riuscendoci. In mezzo al guano emerge di poco, che è meglio di niente.
  • Rogers: un inning pulito. Ecco, ci siamo giocati il bonus inning pulito, in una partita comunque persa. Ciò significa che alla prossima uscita non andrà così.

Justin Steele, 27enne pitcher mancino del Mississippi è il nostro prossimo avversario che troveremo sul monte. Steele gioca nei Cubs, perché sono proprio i Cubs che affronteremo in una serie casalinga da 4 che parte stanotte e che ci vedrà impiegati solo nelle notti italiche, domenica compresa, per un Sunday Night che avrà protagoniste due squadre gloriose ma non proprio nei loro momenti top della loro storia. Steele ha una ERA di 4.02 quest’anno, forte di 18 partenze. In luglio ha lanciato tre volte per una ERA di 2.55, molto positiva quindi con poca roba lasciata per strada agli avversari ma non pochi walk, aspetto sicuramente da considerare per farlo lanciare un bel po’ e vedere come se la cava con il controllo.

Dal nostro canto manderemo Wood, non scrivo neanche “speriamo” oppure “forza”. Semplicemente limitiamoci ad assistere se avremo il coraggio barbaro di perdere pure questa. C’è curiosità.

SF at D’backs gara 2 (3-7): tutti invitati, si esibisce il circo Giants

Posted in Resoconti on 27 luglio 2022 by Mat
Credits: texttospeach.uk

Glu glu glu! Non lo sentite anche voi questo rumore? Sono i Giants che stanno affondando. La cosiddetta acqua alla gola non c’è più, siamo allo step successivo ovvero l’acqua che ci sta sommergendo completamente. Non un bel quadretto dunque, ma per fortuna è solo una metafora; se ne possono trovare tante e anche di nuove durante questo periodo che i nostri stanno attraversando, tutto per rendere l’idea della situazione e un po’ per farcene una ragione. Sì perché noi da tifosi pur avendone passate tante ogni volta che succedono periodi come questi dobbiamo starci, farcene una ragione e stringere i denti. Passerà anche questo momento, che tra l’altro non è neppure il primo della presente annata; speriamo almeno sia l’ultimo, ma non ci scommetterei.

Una cosa va detta: i nostri sanno come non annoiarci. Non c’è vittoria o sconfitta in cui non vi sia qualcosa di particolare da sottolineare, ma in particolare negli ultimi tempi stiamo andando oltre. La clubhouse sta diventando più tormentata di Topazio, nota telenovela degli anni Novanta; ogni giorno ne succede almeno una, quando non più di una. Siamo una sorta di circo, rendiamo pubbliche le nostre malefatte, gli umori personali, i rimproveri e ora anche le scenate che si trasformano in goffe figure in mondovisione, con uno che tira un calcio ad una mazza che centra l’altro, un terzo giocatore che allarga le braccia come a dire “ma che combini?”, e poi via di scuse nel dopo gara, di “comportamento inaccettabile”, un altro che non vuole parlarne rispondendo a monosillabi. Per dirla alla Malesani, ma cos’è diventata la clubhouse dei Giants, una giungla?

Se non l’avete visto, è bene riassumere il tutto, anche perché è più interessante della partita stessa. Nel 2° inning Rodon subisce un fuoricampo da 2 punti da parte di Alcantara e rientrando nel dugout inizia a lanciare il guanto, a scagliarlo con forza verso le panchine e così facendo sfiora il cappello del pitching coach, che dimostra buoni riflessi schivando il colpo. Già lì Rodon la fa un po’ fuori dal vaso ma tutto sommato sono comportamenti che si vedono, anche se è un cinema non richiesto da nessuno. Tre inning dopo però va peggio: stavolta Rodon sempre rientrando nel dugout si vede sotto il naso una mazza messa lì e gli viene il raptus di prenderla a calci, solo che così facendo la mazza va a colpire Estrada sotto il ginocchio (nella foto c’è l’esatto momento in cui capita). Fa parecchio male, Estrada si accascia al suolo, Rodon gli si avvicina chiedendogli subito scusa e lì vicino Flores allarga le braccia come a chiedere spiegazioni di un gesto così inutile e dannoso. Le facce del resto dei compagni sono lugubri, come se volessero essere lontani tremila chilometri da lì. “L’incidente” non ha altre conseguenze nel senso che Estrada si rimette in piedi e per giunta va a battere da leadoff appena dopo… e viene centrato alla schiena al primo lancio che vede. Fa ridere, oggettivamente; Thairo fa una faccia da Calimero come dire “ma ce l’hanno tutti con me?”, e la partita prosegue. Peraltro poco dopo correrà a casa base per segnare sul doppio di Belt.

A fine match ovviamente quanto accaduto riemerge, perché è normale che i giornalisti vogliano approfondire la questione. Logicamente i diretti coinvolti non possono sottrarsi a dire qualcosa, che peraltro rientra nei canoni, pertanto Rodon chiede scusa per il gesto, dice che è stato stupido da parte sua, “per giunta nei confronti di quello che probabilmente è il miglior compagno di squadra. È stato un comportamento egoistico, non doveva succedere e mi prendo tutte le responsabilità. Non doveva succedere, mi sento stupido, solo uno stupido”. E poi aggiunge, “ero solo arrabbiato, ma con me stesso. Ho colpito la mazza che era lì, ma non c’era motivo di colpirla, la mazza non aveva fatto nulla (carino Carlos che antropoformizza un oggetto, NdR). Thairo non mi aveva fatto nulla, casomai avrei dovuto colpire me stesso, che stupido”.

È toccato poi a Kapler parlarne. Il nostro manager non poteva che condannare il gesto: “Carlos si sente molto dispiaciuto per quanto successo, si è vista la sua reazione immediatamente dopo aver colpito Estrada. È una cosa che non doveva capitare, non importa che lì ci fosse Estrada o qualcun altro, nei pressi ci sono i tuoi compagni e se non sei in grado di tenere il controllo in queste situazioni allora qualcuno può farsi male. Carlos lo sa, su questo ci stiamo lavorando. Non significa che non puoi provare emozioni, quelle fanno parte del gioco, solo che quando hai vicino i compagni e lo staff certe cose non devono capitare.”

Infine è toccato ad Estrada, presentatosi ai microfoni con scritto in faccia “perché gli Yankees mi hanno mandato via? Stavo così bene da loro piuttosto che in mezzo a questi scappati di casa”. Ha risposto a monosillabi, Cosa pensi di quanto successo? “Non voglio parlarne”. Rodon si è scusato? “Sì”. Flores ha allargato le braccia in segno di disapprovazione, sei d’accordo? “Non voglio parlarne”. Un’intervista durata trenta secondi in cui non si è cavato nulla dalla testa di Estrada, che in una situazione normale avrebbe forse dichiarato chiuso l’episodio dicendo cose del tipo “certo non doveva capitare, però Carlos si è scusato e credo che non succederà mai più. Pensiamo alle cose che non stanno funzionando in campo e a vincere la prossima. L’incidente è stato tale ed è chiuso definitivamente”. Non era difficile da dire, invece si è andati molto lontano da frasi simili e ciò conferma la sensazione che all’interno dello spogliatoio, non so tra chi e contro chi, possa esserci qualcosa che non funziona.

Ora, non basta che in una clubhouse non ci sia la giusta atmosfera per far andare male le cose, anche se certamente può essere un fattore. Di fatto fioccano le sconfitte e se per caso andasse diversamente sono sicuro che là nel dugout si respirerebbe un’aria diversa, è un po’ un meccanismo che si auto-alimenta sia in un verso che nell’altro. Quindi per quanto noi possiamo captare il fatto che il gruppo non sia dei più coesi, dobbiamo parlare soprattutto di quel che vediamo in campo e di cosa non funziona lì. Se per gara 1 ero stato parecchio duro, forse anche più del necessario, ora è forse il caso di essere un pelo più mansueto, perché questo match è stato frustrante nell’andamento ma è stato perso in modo “normale”, senza errori marchiani, senza concedere di tutto, senza non battere proprio mai da parte del nostro attacco. È stata una sconfitta che avrei definito accettabile se fosse capitata in un altro periodo, data la situazione tragicomica è invece l’ennesimo chiodo sulla bara della nostra stagione, con i playoff che per quanto ancora maledettamente vicini sono ogni giorno più lontani.

Aumentano pertanto le possibilità di smobilitazione da qui a pochi giorni, sebbene proprio ieri si leggeva della possibilità di rinforzi nel ruolo di catcher. Ma la deadline è molto vicina e la squadra sta sprofondando, vorrei vedere con quale coraggio andiamo a rafforzarci cercando una postseason comunque difficile da raggiungere in cambio di buoni prospetti (poi si potrebbe anche discutere delle chances che avremmo in postseason, ma allargheremmo troppo il discorso). È quindi possibile perdere qualche pezzo, magari proprio Rodon stesso, che potrebbe altrimenti svincolarsi gratis al termine di quest’anno. Per quanto ci farebbe male, privarci di lui senza avere nulla in cambio non varrebbe forse la pena, probabilmente è il caso di cederlo adesso andandoci a pescare qualche giovane di valore in prospettiva. Chissà cosa frulla nella testa di Zaidi in queste ore.

Per parlare della partita resta poco. Pare che ce la siamo giocata visto che eravamo sotto di 2 all’ottavo inning, ma è mancato tutto quello che doveva mancare per fare i punti della rimonta, in compenso sono arrivati quelli dei padroni di casa per rendere più ampia una sconfitta alla fine netta pur battendo 2 hit in più dei nostri avversari. Noi 7 hit e 3 punti, loro 5 hit e 7 punti. Un po’ come le statistiche del possesso palla nel calcio, spesso non indicative ai fini del risultato. A proposito di calcio, mentre giocavamo al Chase Field, c’era il Real Madrid che sgambettava all’Oracle, per l’occasione teatro di una partita di soccer. Pare che i Giants non vogliano fare uscire dallo stadio Benzema per arruolarlo tra le proprie fila per il match di giovedì contro i Cubs. Magari il suo calcio alla mazza sarà più preciso di quello di Rodon e non colpirà nessun compagno. Sdrammatizziamo, va.

Note negative del match:

  • Rodon: se 10 strikeout e solo tre hit concesse in 6 inning sembrano e forse sono un bel dato, non altrettanto si può dire del peso specifico delle hit concesse. Due fuoricampo, da 2 e da 3 punti, con partita che prende la strada opposta alla nostra. Non ritornando sull’episodio del calcio alla mazza, parliamo di un signor lanciatore che ogni tanto concede valide molto importanti; in questo caso si tratta della seconda uscita consecutiva con 5 punti a carico. Lo traderemo entro martedì? È possibile se non auspicabile. Mi spiacerebbe non poco privarmi di lui, ma forse sarebbe la soluzione per noi più vantaggiosa in prospettiva. Da segnalare una giocata da circo, in tema con il titolo del pezzo: una comebacker gli rimbalza davanti, lui fa un movimento con le gambe e involontariamente se la calcia direttamente nel guanto. Una roba che ha infinitesimali probabilità che si verifichi. Quasi quanto quelle che abbiamo noi di vincere le partite.
  • Marte: dopo 3 inning scoreless in 3 partite distinte, torna a fare quello che sa far meglio, concedere punti.
  • Mercedes: 0 su 4 con uno strikeout in una situazione potenzialmente importante. Spesso, più che Mercedes dovrebbe chiamarsi Panda. E no, non intendo Sandoval.
  • Yaz: involuzione incredibile per lui nell’ultimo mese abbondante. La dico? Se ci fosse la possibilità lo traderei ieri.

Note positive:

  • Belt: 2 valide con un RBI per un buon contributo offensivo. In difesa non è agile (ma quando mai lo è stato?) per raccogliere palle veloci che transitano dalle sue parti.
  • Gonzalez: 2 valide anche oggi, eh ma un rimprovero dal mister vuoi che non gli sia arrivato?
  • Estrada: preso a mazzate, letteralmente, sopravvive alla serata. Se non è una nota positiva questa…

Volete rovinarvi la serata? Allora sintonizzatevi alle 21.40 su MLB tv per godere di gara 3, con Webb opposto a Gallen, destrimane con ERA di 3.31 in stagione. Non può piovere per sempre, dicevano, prima che arrivasse la siccità.